L’equilibrio perduto: congressi tra turismo e ricerca scientifica
- Giancarlo Leporatti
- Jun 1
- 2 min read
Updated: 5 days ago

In Italia, parlare di congressi significa troppo spesso parlare di eventi intesi come estensione del turismo. L’equazione è radicata: un congresso è un’occasione per “portare persone”, “riempire camere”, “far girare l’indotto”.
Tutto vero, in parte. Ma questa visione parziale ha finito per alterare l’equilibrio profondo tra le due anime del congresso: quella scientifica/culturale e quella ricettivo-turistica.
Nelle destinazioni internazionali più avanzate, questo equilibrio è ben chiaro: il congresso è prima di tutto una piattaforma di conoscenza, scambio e sviluppo, e solo in seconda istanza un’opportunità economica per il territorio.
In Italia, al contrario, la centralità viene spesso attribuita al “contorno” – location scenografiche, ristorazione, servizi accessori – con il rischio di svilire l’essenza dell’evento.
Ne consegue un cortocircuito sistemico:
I centri congressi sono pensati più come spazi da affittare che come hub di contenuti.
Le strategie promozionali privilegiano lo storytelling emozionale e turistico, lasciando in secondo piano l’autorevolezza scientifica.
Le interazioni con le società medico-scientifiche e accademiche sono episodiche, poco strutturate, spesso delegate a singoli professionisti o agenzie.
Eppure l’Italia ha tutte le carte in regola per svolgere un ruolo di primo piano nel mondo congressuale scientifico:
Un sistema universitario diffuso e di qualità;
Eccellenze mediche riconosciute a livello internazionale;
Luoghi storici che potrebbero diventare scenari privilegiati per simposi e dibattiti ad alto livello.
Manca però la capacità di riconoscere e sostenere questa vocazione scientifica, di darle spazio, visibilità e continuità all’interno delle politiche di sviluppo del settore.
Se l’Italia vuole davvero rilanciare il proprio ruolo nei congressi internazionali, deve ritrovare questo equilibrio perduto.
Rimettere la scienza e la cultura al centro, non significa rinunciare al turismo. Significa valorizzarlo attraverso contenuti forti, occasioni di confronto autentiche, esperienze che lasciano un segno.
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