Esperti per finta: un rischio reale per il settore congressuale
- Giancarlo Leporatti
- Sep 9, 2024
- 2 min read

In un settore complesso e competitivo come quello congressuale, la richiesta di competenze è sempre più alta. Purtroppo, però, a questa esigenza non sempre corrisponde un’offerta formativa e consulenziale all’altezza. Negli ultimi anni, abbiamo assistito a una preoccupante proliferazione di figure che si presentano come “esperti” del settore senza possedere una reale esperienza operativa.
In molti casi, si tratta di professionisti provenienti da altri ambiti, che si sono riciclati nel MICE con l’aiuto di qualche buzzword e un sito ben costruito. Altri ancora propongono corsi di formazione basati su nozioni teoriche, prive di un vero collegamento con la realtà di chi organizza eventi complessi, gestisce contratti multilivello, coordina stakeholder internazionali o deve adattarsi a dinamiche istituzionali complesse.
Quando la teoria non basta
La formazione congressuale, per essere efficace, non può prescindere dall’esperienza diretta. Organizzare un congresso non è un esercizio teorico: è una pratica che coinvolge strategia, logistica, relazioni internazionali, normative, fiscalità, marketing, comunicazione e negoziazione. Serve una conoscenza trasversale e integrata, che difficilmente può essere acquisita solo sui manuali o nei convegni.
Tuttavia, molte delle offerte formative attualmente sul mercato sono tenute da docenti che non hanno mai gestito un evento reale. Il rischio è duplice: da un lato si illude chi si sta formando, dall’altro si alimenta un ecosistema poco trasparente, in cui è difficile distinguere tra competenza autentica e costruzione d’immagine.
Un pericolo anche per le istituzioni
Il problema diventa ancor più grave quando le pubbliche amministrazioni o i Convention Bureau locali si affidano a questi soggetti per orientare le proprie strategie. In assenza di un sistema di valutazione delle competenze, si rischia di spendere risorse pubbliche per azioni inefficaci, perdendo occasioni preziose nel confronto internazionale.
Serve un cambio di approccio
Per tutelare la crescita del settore congressuale italiano è urgente:
promuovere una cultura della competenza verificabile,
riconoscere il valore dell’esperienza diretta,
favorire percorsi formativi basati su case study reali e confronto operativo,
sviluppare strumenti per identificare i veri professionisti del settore.
In un’epoca in cui ogni evento è anche un biglietto da visita per il territorio, non ci si può permettere di affidare soluzioni improvvisate. Il mercato, italiano e internazionale, premia la qualità: quella vera.
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