Centri Congressi: Un Patrimonio Strategico, Spesso Sottoutilizzato
- Giancarlo Leporatti
- Feb 2
- 2 min read

L'Italia vanta alcune delle più affascinanti e versatili sedi congressuali d'Europa. Dai centri storici adattati con tecnologie all'avanguardia, fino a moderne infrastrutture progettate per ospitare grandi eventi internazionali, il patrimonio immobiliare destinato al settore MICE potrebbe rappresentare un volano strategico per l'intero Paese. Eppure, nella realtà, molte di queste strutture vivono una condizione di sotto-utilizzo, discontinuità gestionale, scarsa connessione con le dinamiche di mercato.
A frenare il pieno potenziale di questi asset sono diversi fattori strutturali. In primo luogo, l'assenza di una visione nazionale che inquadri i centri congressi come infrastrutture strategiche, al pari di porti e aeroporti. La loro funzione pubblica e il ruolo economico locale restano spesso marginali nei documenti programmatici delle amministrazioni.
In secondo luogo, la gestione è troppo spesso affidata a logiche di bottega, orientate alla sopravvivenza economica immediata o al controllo politico del bene, piuttosto che a una strategia industriale. Il vero nodo, tuttavia, è l'assenza di una regia della destinazione: i centri congressi non vengono considerati come leve di sviluppo per il sistema territoriale, ma come entità separate e autoreferenziali. Questo approccio limita fortemente la loro capacità di generare impatto e valore diffuso.
A ciò si aggiunge la mancata integrazione con le politiche di attrazione congressuale. I centri congressi dovrebbero essere i protagonisti della strategia di promozione, ma spesso vengono considerati semplici location da affittare, anziché partner strategici in grado di generare valore e indotto.
Nel contesto dei Congressi 4.0, è fondamentale ripensare la funzione dei centri congressi italiani. Devono evolvere da contenitori passivi a motori di innovazione, progettualità e attrattività internazionale. La loro valorizzazione non è solo una questione di marketing: è un nodo strategico per la ripresa del comparto e la crescita delle città che li ospitano.
Occorrono quindi politiche coordinate, piani industriali di lungo periodo e una regia nazionale che metta a sistema le eccellenze già esistenti, valorizzi le sinergie pubblico-private e trasformi i centri congressi italiani in hub competitivi nel panorama globale.
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